Una poesia di… MARINA SANTINI

FOCUS

Dimmi,
ce l’hai presente
lo scarabeo stercorario?
Quello che compone palline d’escrementi
e le fa rotolare lungo il tragitto.
Che poi,
io credevo fosse l’unico,
e invece no,
l’ho visto su Focus.
Ce n’è uno cornuto,
ad esempio,
e le palline lui non le fa,
lui scava un tunnel nel terreno,
sotto allo sterco,
che la femmina poi ci depone le uova,
e se ne sta lì,
a sorvegliare l’entrata,
per ore.
E adesso attenta, ascolta;
i rivali più piccoli lo sanno
di non poter competere,
in battaglia,
e allora
scavano un secondo tunnel,
congiunto all’altro,
e ci entrano indisturbati,
nel primo,
a fecondare, svelti, la femmina,
che i guardiani
non sospettano mica arrivare dal basso,
i pretendenti.
Ma di questi minuti ingegneri
nessuno parla
e passa inosservata
la loro impresa d’amore.
Ecco,
adesso guardami, tesoro,
guardala bene
questa piccola creatura
e dimmi
che almeno un poco ci somiglio,
agli stercorari,
quando ti prometto
che per raggiungerti
traccerei nuove strade,
anche fosse per difendere
un incontro fugace
con la tua pelle.

Marina Santini

4 risposte a "Una poesia di… MARINA SANTINI"

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  1. originale nel suo trattare amore con la meraviglia di chi sa stupirsi delle piccole grandi ingegnerie di creature spesso dimenticate. L’ultima strofa è di notevole bellezza.

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