È uscito per i tipi di Porto Seguro Editore il mio nuovo libro, #smartpoetry. Si tratta di una raccolta di poesie uniche nel loro genere, scritte con una modalità innovativa, nate da una visione futuristica degna del migliore Asimov. L’idea di questo libro nasce dalla domanda un cellulare può sostituire un poeta nello scrivere poesie? Per trovare una... Continue Reading →
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Poesia & Fabbrica (al TG3-Persone)
Condivido con ritardo e piacere il servizio andato in onda per il TG3 Persone in cui parlo un po' di poesia, un po' di fabbrica, un po' di me. Buona visione! https://youtu.be/SHxAtZHdb08 Varcata la cancellata siamo legionari che si conquistano il pane. La antinfortunistiche sono scudo la chiave a brugola è gladio la lima a... Continue Reading →
Matteo Rusconi – Trucioli
Una bellissima recensione a Trucioli che mi riempie il cuore di gioia
In una stagione di lotte e fermenti come gli anni ’60 del secolo scorso, Pasolini inaugurava quella che chiamò “poesia operaia“, e che successivamente prese una strada del tutto particolare, un po’ per allontanarsi dalla realtà salottiera di allora, fintamente intellettuale, e un po’ per uscire dai piagnistei di una certa letteratura della solitudine, in cui molte liriche del ‘900 si erano circoscritte intorno alla politica del frammento, spesso incomprensibile. C’era bisogno di alzare il tiro della discussione, di far entrare la poesia nelle fabbriche per essere parte stessa della lotta, per sentirsi partecipi di un particolare periodo storico, per portare la cultura in ogni settore sociale, per dare voce a chi, altrimenti, veniva ghettizzato nei circuiti underground, perdendosi poi negli stessi labirinti in cui si cercava di uscire. L’intellighenzia dominante (o del potere costituito) rifiutava una “parola” che esprimeva un dissenso scritto con i verbi di tutti…
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:: Trucioli di Matteo Rusconi (Aut Aut Edizioni, Palermo, 2021) a cura di Antonio Catalfamo
Dicono di Trucioli…

Nel 2008, curai, per i tipi dell’editore NicolaTeti di Milano, un numero monografico (n. 730) della rivista «Il Calendario del Popolo» dedicato ai Poeti operai, nel quale conducevo un’analisi dettagliata, corredata di testi, di quel fenomeno, prettamente italiano, rappresentato da operai di fabbrica che, a partire dalla metà degli anni Sessanta del secolo scorso, scrivevano versi sulle loro condizioni di lavoratori sfruttati ed esposti a gravi pericoli per la sicurezza personale e per la salute. Si trattava di una poesia di forte denuncia e, nel contempo, di lotta per una società di liberi ed eguali. Mi limito a ricordare alcuni nomi, fra gli autori più significativi: Ferruccio Brugnaro, Franco Cardinale, Sandro Sardella, Francesco Currà, Tommaso Di Ciaula, e il giovane Giuliano Bugani.
Negli anni Novanta, la poesia operaia sembrava sparita, a causa dei mutamenti strutturali dell’apparato industriale italiano, in concomitanza con quello che accadeva nell’intero mondo capitalistico occidentale, che…
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